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LETTERE

piangono, & i vostri sempre ardono; dunque i miei lo sommmergeranno per diluvio d’acque, & i vostri lo ridurranno in polvere per diluvio di fiamme. Deh prima, ch’esser cagioni di tanto danno, proviam tra noi, se ’l vostro fuoco può dall’onde mie rimaner estinto, overo se ’l vostro ardore può rasciugar il mio pianto: ma voi (crudele) anzi eleggereste di perir col Mondo, che di darmi soccorso. Sarà almeno, che quella bella mano, che sà attraher tutti i pensieri, ferir tutti i cuori, e ’ncatenar tutte le anime, non sia contenta un giorno di segnar per me un foglio di due sole parole, che non sieno punto differenti dalla vostra crudeltà? contentandom’io (pur che sieno scritte da lei) che mi diciate muori misero, muori, e fa contenta della tua morte, colei ch’altro non brama, che l’infelice tuo fine; ma ohime, ch’io spero tropp’alte cose. Come sarà possibile, che voi, che non siete intenta ad altro che ad offendermi, voi che non lasciate alcuna così in rigore, come in beltà seconda, possiate giamai far cosa, che mi diletti? ma che maraviglia, che voi siate crudele, se la crudeltà istessa vi serve per anima? Ah ingrata veggo ben io, che voi non siete punto differente da quella imagine, ch’io tengo di voi, poich’ella come voi è sorda à miei caldi sospiri, e mutta alle mie giuste dimande, e per serbar affatto ogni vostra qualità, ella benche finta di vero ardor m’accende. O Cielo dunque per mio danno consenti, che le tele, & i colori spirino fiamme? Oh quante volte con la vostra bella imagine parlando (ma non senza lagrime) dico. O bel volto


della