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D’ISABELLA ANDREINI. 122

moglie à gusto suo. Uno haverà moglie bella, pudica, savia, e prudente, e sarà tribolato per non poter haver figliuoli. Un’altro sospirerà, perche n’hà troppi. Un’altro, perche la moglie non gli farà altro, che femine. Quegli s’attristerà, perche si maritò contro sua voglia, havendo femina brutta, malcreata, ignorante, e da poco. Questi haverà figliuoli dell’uno, e dell’altro sesso quanti brama, e della qualità, che desidera, e ’n un subbito converrà, che pianga, o la morte loro, o qualch’altro avvenimento peggior di mille morti, dunque chi sarà colui, che possa chiamarsi non dirò felice: ma contento al Mondo? l’Artegiano si chiamerebbe contento se fosse mercatante. Il Mercatante si chiamerebbe fortunato, se fosse gentilhuomo. Il gentilhuomo si riputerebbe felice, se fosse signor titolato. Il Signor titolato sarebbe consolatissimo, se fosse principe. Il Principe sarebbe avventurato, se fosse Duca. Il Duca viverebbe sodisfatto, se fosse Re. Il Re desidera per sua maggior grandezza, d’ascender all’Imperio, e non l’ottenendo ha per nulla ciò che possiede, & ultimamente l’Imperio vorrebbe la monarchia del Mondo nelle mani, e non potendo haverla reputa vile il proprio Imperio, e se ottenesse la monarchia, in ogni modo non saria satio. Niuno è contento della sua sorte, ond’io vi conforto a sopportar con pacienza quanto di sinistro v’è intervenuto. Niuna cosa è più atta a vincer, & a discacciare le avversità di quel, che si sia la Pacienza. Non vogliate da voi stesso andar somministrandovi dolore. Non vi private di conforto nel


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