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LETTERE

sto non è errore, altro error non feci: ma se si chiama errore la fedeltà, e la costanza, io confesso d’haver errato più di qual si voglia altro amante, anzi molto più di quello, che tutti gli altri amanti uniti potrebbon fare, per laqual cosa tutte le tue pene non sono sufficienti à punir mancamento sì grande. Ingegnati dunque di fabricarne di nuove, che non volend’io mancar della mia fede aggraverò la colpa, e converrà similmente, che tu aggravi la pena; e voi Signora mia trovate modo di dimostrarvi in estremo cruda, poich’io amandovi mi dimostrerò in estremo fedele.


Della morte del Signor Torquato Tasso.


L

A vostra lettera affettuosa, e lamentevole mostra veramente quanto eravate amico, & ammiratore delle virtù singolari del Signor Torquato Tasso, honor di questo secolo, e gloria del suo nome; poiche tra molte lagrimose ragioni da voi addotte scrivete questa, che vi par cosa purtroppo strana da sopportare, che un’huomo, il cui valore ha fatto maravigliosamente rinverdir le già secche palme latine, e greche, un’huomo ilquale con la felicità del suo stile tanti hà tratti dall’oblio & hà data loro l’immortalità, sia morto non men di quello che si faccia uno venuto in questa vita solamente per far numero à i vivi (se vivo però si può chiamar colui che non opera mai virtuosamente). Certo che Signor mio, io


non