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D’ISABELLA ANDREINI. 101

Scherzi d’honesto amore.


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Onoscendo io per prova, che quel male, che si tien celato nel profondo del cuore maggiormente affligge, e trafigge, e quella fiamma ch’è rinchiusa, con maggior vehemenza arde, e distrugge, hò giudicato esser cosa molto per me giovevole il palesarvi il mio male, e ’l mio incendio, sapendo certo, che quand’altro bene non sia per seguirmene, avverrà almeno, che palesando le mie miserie sentirò farle men gravi, essendo che ’l communicar ad altrui i propri affanni è ottima medicina della mestitia, e della pena, laquale discoperta meno tormenta, anzi di quella ragionando se ne scema gran parte. Se fossero poi (dolcissimo principio dell’ardor mio) le mie molte miserie fatte degne della vostra pietà, qual vivrebbe amando più di me fortunata? oh il mi conceda Amore. Se voi Signor mio vorrete ricordarvi, che non è fatica più lodevole, e che maggior gloria apporti, che ’l dar aiuto quando si può, sò certo, che voi, che solo potete aiutarmi non mancherete di farlo. Io v’amo, e vorrei, che ’l Mondo tutto sapesse l’amor mio, perche sò certo, che me ne seguirebbe eterno honore, atteso che l’amar persona per tante virtù riguardevole come voi siete merita lode, e favore non che scusa, e perdono. Così piaccia à quella stella, che con tanto mio piacere mi fece serva del vostro merito, che un dì giriate


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