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D’ISABELLA ANDREINI. [100]

tesoro de’ vostri biondi, & innanellati capegli, i gigli, e le rose delle vostre guancie, l’avorio della vostra fronte, nella quale sono scritti i nomi di coloro, ch’Amor ha vinti per voi, riveggio pur i rubini delle vostre labbra, le perle de’ vostri denti, e ’n somma riveggio pur quella donna, ch’è maraviglia, & honor del suo sesso. Hora non mi sarà già vietato l’udir quelle grate, e savie parole, che mi rapirono visibilmente l’anima, e quasi maghe d’Amore incantarono tutti i miei sensi: ma perch’io possa ristorar appieno i già sofferti martiri, fatemi gratia di due sole vostre righe, nelle quali io possa legger per colmo d’ogni mia gioia, che voi, voi medesima havete assicurata, della perfettione dell’amor mio.


Del disprezzo delle ricchezze.


L’

Haver inteso, che fuor di modo v’affliggete, & vi dolete, perche la Fortuna v’ha tolto certi beni, mi dà occasione di scrivervi questa lettera. Come può essere, che voi che siete huomo di tanto giuditio, hora per così poca cosa vogliate attristarvi? Altri per viver felice gettò i tesori nel Mare, e voi, perche parte di vostre ricchezze havete perduto, vi chiamate infelice? Felicissimo doveresti chiamavi, & ogn’uno doverebbe procurar d’esser tale, qual voi siete. I beni della Fortuna hanno da esser in modo, che non se n’acquisti invidia, nè se ne pa-


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