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LETTERE

cose prima, ch’io vi vedessi, & vi conoscessi mi predicevano il mio male? innanzi al preveder dell’anima mi fu predetto da gli accidenti. Se alcuna volta io sentiva ragionar di voi, sentiva insieme, che d’insolito moto mi palpitava il cuore, sentia mutarmi di color nel volto, venirmi un tremor nelle membra, un sudor gelato nella fronte, indi mi sentia scorrer per le vene un non sò che d’insolito, un calor vehemente, sentia tutta cambiarsi l’anima mia, perdeva le parole, & i sensi, e ’n somma prima, ch’io vi vedessi, ch’io vi conoscessi, ch’io v’amassi, e ch’io io vi temessi, vi vidi, vi conobbi, v’amai, & vi temei, conoscendo, che voi sola dodevate esser quella, che mi desse nelle mani del mio nemico. Hor mi sovviene, che di sovverchio ardeva in me il desiderio di veder gli occhi vostri, i quali dovevan’esser gli ucciditori della mia vita. Sovvienmi come ogni altro pensiero haveva discacciato quel solo, ch’io nudriva nel seno di veder quella Donna à giuditio commune favorita, e privilegiata dal Cielo in modo, ch’egli stesso l’ama, compiacendosi in lei della sua mirabil fattura, havendola fatta nascere per mostrar à mortali cosa perfetta; ma tutto che ’l cuor mio non bramasse mai altro che vedervi, e che per conseguir l’intento suo non mi fosse molto difficile per assai buoni mezi, ch’io tenea, pur la mia buona sorte, che per ancora non m’havea del tutto abbandonato impedì molte volte, che ’l mio nocivo desiderio non havesse il suo fine, facendo ogni volta ch’io m’incamminava per venir à voi nascer alcuna occasione contraria; finalmente, o satia, o


stanca