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LETTERE |
cinque giorni (se fiero accidente non s’interpone) voi mi vedrete. Niuna cosa havrà più forza di ritenermi, sia pur importante quant’esser si voglia. Intanto amatemi, e conservate quegli occhi, che in questa lontananza han cagionato, che i miei nè di giorno, nè di notte habbian saputo che cosa è sonno. Il Cielo vi faccia ogni dì più contenta, e me vostro fedelissimo servo mantenga nella vostra gratia.
Forza d’Amore.
H, ch’io doveva più tosto morire Signora mia, che lasciarmi vincer di nuovo dall’amorosa tirannide, poiche oltraggiato dalla sua crudelissima forza, in ogni modo morendo vivo una vita lunga per gli affanni, e corta per non poter piangerli quant’io vorrei, e quanto bisognerebbe: ma (lasso me) non doveva io pensare, che ’l mio crudo avversario, il mio fiero, e mortal nemico Amore, giustamente contra me adirato, per haverl’io con audace, e temeraria lingua, tanto, tante volte in tanti luoghi offeso, si sarebbe, un giorno vendicato? ah ch’io doveva pensarlo; mal nol feci, e l’ardito mio cuore, e ’l mio sovverchio orgoglio sono stati la cagion del mio male, poich’essi non meno folle, che arditamente credevano, che Amore non dovesse per tempo alcuno haver animo d’assalirmi, e di volerla meco; meco dich’io cui giusto, e genero-
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