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LETTERE

ga precipitar, da sommo, ad imo, non mancherete anche voi, di darli la vostra spinta. Se ’l Signore s’adirerà con alcuno, & voi aggiungerete stimoli all’ira: se li griderà, entrerete anche voi di mezo à darli torto: se alcuno è per andar innanzi, cercate con destro modo, di tagliargli la via: se alcuno è amato, vedete di trovargli alcun difetto, che niuno v’è senza, e fate nascer occasione, che si scuopra; ma siate avvertito di far ciò ridendo, perche non paia malignità, onde voi ne cadiate in mala cosideratione, appresso ’l Principe, ilquale haver non dee molta fede, in colui, che biasima il Compagno, che in ogni modo il direte; e se l’offeso il risaprà, direte haverlo detto per burla. A quanti serviranno con voi, non farete scarso d’inchinarvi, fino in terra, cavando loro la beretta, o ’l capello, col vostro baciamano, servitore, schiavo di quella, & altre adulationi così fatte, riputate hoggidì somme virtù, e se non vi dà l’animo di saper adulare, non andate in Corte, perche bisogna, che ’l vero Corteggiano parli sempre, con l’adulatione in bocca. Fate d’haver la vista più acuta di Lince, e se vedete alcuno à cui habbiate promesso aiuto, o favore, che vi si voglia accostare (parlo con voi, come se foste Corteggiano) fuggite l’incontro, volgete il viso altrove, fingendo di non vederlo, mettendo l’ale à i piedi, per tosto fuggirlo, e se per sorte v’arriva addosso, così improviso, che non possiate schermirvi, e che vi dimanda del suo negotio, fingete una prontezza troppo grande, col dirgli. Hieri haveva principiato à far il servitio, e quando io vo-


leva