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LETTERE

del volgo me ne vò lontano; e (siami lecito il dirlo) per lui vò gloriosamente salendo il monte felicissimo della virtù, percioche la vostra singolar bellezza cantando, innalzo col vostro nome anche ’l mio. Prego dunque Amore, che benigno, voglia prestarmi tanta forza, ch’io porti co’ miei versi la mia bella fiamma, alla sfera del fuoco, la vostra gran bellezza al terzo Cielo, e i nostri nomi all’eternità delle stelle.


Scherzo Amoroso.


D

OLCISSIMA Signora mia, se voi m’amate, come dite, e com’io per amarvi al pari della mia vita merito, se voi sentite, non meno acuti gli amorosi strali, nel vostro candidissimo seno, di quello, ch’io gli senta nel mio cuore, se provate in voi stessa, non men di me ardenti le cocentissime fiamme d’Amore, se gli stimoli suoi, la bell’anima vostra, come la mia, pungono, e se le pene son’eguali, perche non ci rimediate, poiche potete? perche sopportate, che invano ci consumiamo? non servendo à lui, per altro, che per esca, e per nutrimento del suo fuoco? Perdonatemi, se tanto licentioso parlo. Io non sò, se più crudeltà, che sciocchezza sia il poter rimediar al suo male, e non volere. Voi siete crudele contr’à chi v’ama, e contra voi stessa, e siete poco avveduta, non volendo far quello, ch’è in vostra mano di fare. Deh temprate vi prego quell’amo-


roso