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D’ISABELLA ANDREINI. 41

pazzie; ma che? se ’n tre spasseggiate ardono, in un sol passo agghiacciano. I gioveni non san guidare un’amor tre giorni, & oltre à questo, sono superbi, subiti, & arroganti. Se ottengono un favore dalla donna amata, o se ne vantano, aggiungendo alla verità mille bugie, o ’ncauti se lo lasciano cavar di bocca da cento, e cento insidiatori. Ne i contenti s’allegran tanto, non sapendo ciò, che sia temperamento, che ogn’uno s’accorge, ancorche poco pratico d’amore d’ogni loro infelicità. Nell’ire, e ne gli sdegni, che sogliono nelle persone prudenti esser dolci accrescimenti d’amore, s’attristano tanto, che non riman pietra à cui non sia nota la loro sciocchezza. Pare lor lecito d’esser i pregati, & i serviti, sbandiscono la segretezza, sdegnano la servitù, odiano la fede, sprezzano la lealtà, non conoscono il merito, fuggono la riverenza dovuta alla donna amata, abborriscono la sollecitudine, & hanno per sacrilegio l’amar una donna sola ad un tempo. Sono amici della volubiltà, seguaci della impatienza, schernitori dell’humiltà, fratelli dell’infedeltà, e figli della bugia; siche per me giudico affatto priva di giuditio colei, che dona l’amor suo ad uno di voi altri, e consiglierò sempre ogni donna ad appigliarsi più tosto ad un vecchio, perche i vecchi hanno miglior discorso, più maturo giuditio, maggior pratica, e più grave prudenza, e non solo son cauti, segreti, avveduti, modesti, temperati, e ragionevoli nelle cose d’amore; ma in tutte le altre cose importanti possono per mezo del lor sano intelletto dar convenevol consi-


L          glio,