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mutui doveri, che lo rende onorato, allontanandone ogni contaminazione; di quella fedeltà, che è nemica di ogni altra fiamma, per cui apresi la via alla licenza ed al delitto; di quella concordia insomma di sentimento, in forza della quale il Matrimonio sia un commercio di virtù, un impegno a procurare ai consorti la vicendevole santificazione congiuntamente a quella de’ figlj portati alla virtù ed al bene più colla edificazione de’ buoni esempj dei genitori, che coi ragionamenti, e colle teoríe.

Non vogliamo estenderci di più, D. F., per non allontanarci dallo scopo primiero, che si è quello di dichiararvi la mente del S. Padre espressa nell’Apostolico Indulto per l’uso delle carni nel corso della prossima Quaresima. Vi diciamo pertanto, che avendo Egli per tratto di sua clemenza al nostro arbitrio, ed alla coscienza nostra rimesso una tal grazia, autorizziamo tutti a nome di Lui a goderne nella nostra Diocesi, compresi i Regolari dell’uno, e dell’altro sesso, quando non siano da voto speciale astretti ad usare dei cibi di magro. Vuole però Sua Santità, ed espressamente comanda: 1.° che l’uso delle carni serva per una sola commestione; 2.° che sia sbandita la promiscuità di carne e di pesce nella stessa mensa; 3.° che si osservi esattamente il digiuno, tranne il caso della dispensa a motivo d’impotenza, o d’infermità, e della cui necessità abbiasi il giudizio del Medico; 4.° che debbansi eccettuare dalla grazia suddetta, oltre il Venerdì e Sabato di ciascuna settimana, i Mercoledì delle Ceneri, e dei Quattro Tempi, le Vigilie delle Feste di S. Giuseppe, e dell’Annunziazione