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mani agli Etruschi o ai Liguri era assai ben munita, per quanto ne scrive Giulio Frontino (lib. X. cap. 46.), lodandone la situazione, le fortificazioni, e la bravura de’ suoi difensori. La località sua tra la Liguria e l’Etruria, rendevala come un luogo neutro, e comodissimo al commercio de’ due Popoli. Prima di diventare Municipio e Colonia Romana aver dovette proprie leggi e magistrature, e non inverosimilmente, ancor la sua zecca. Fino al tempo di Strabone erano popolatissime le sue campagne, sparse di borgate e castelli, come lo sono anche al presente1. Or qui non voglio tralasciar

  1. Nelle Memorie per servire alla Storia del Principato Lucchese T. I. p. 11 Lucca 1813 citandosi Strabone sene riportano le parole così tradotte in latino ad montes Lunae incumbentes est Luca, ubi plerique per vicos (seu vicatim) habitant. Il chiarissimo Autore delle dette Memorie prende a sostenere che habitare per vicos o vicatim ivi significar debba non già abitar separatamente in diversi castelli, come intese il Beverini: primi illi Lucenses sparsis vicis habitarunt ma bensì abitare in diverse contrade collegate insieme e congiunte. Per convalidare la sua opinione cita un luogo di P. Vittore de Regionibus urbis: Singulis Romae vicis quatuor praeficiebantur viri qui magistri vicorum dicebantur. Un’altro di Tacito lib. 2 c. 95 = editis tota urbe vicatim gladiatoribus = e finalmente un’altro luogo di Cicerone nell’orazione pro domo sua = servorum omnium vicatim celebrabatur tota urbe descriptio. Primieramente la voce vicatim in origine non altro significò se non che sparsim per vicos. Furono i vici gruppi di case qua a là disseminati che poi moltiplicatisi vennero ad essere racchiusi dentro il circondario delle mura; e così ingrandironsi Roma ed Atene.

    Inseguito il vicus talora indicò come il κωμος, Borgo, Castello alla Campagna, talora uno di que’ vici che rimasero nel circondario della città, dove molti vici comprendevansi in una regione. A questi due significati si riferì conseguentemente anche il vicatim, che talora fu adoperato invece del semplice avverbio sparsim qua, e là. In questo senso debbe intendersi presso Giulio Cesare de bello Alexandrino = Quo facto est admonitus Ganymedes posse nostros aqua intercludi; qui distributi munitionum tuendarum caussa vicatim ex privatis aedificiis, specubus et puteis extracta aqua utebantur. E Orazio; vos turba vicatim hinc et hinc saxis petens contundet obscaenas anus (Epod. 5. v. 97.). Questo significato derivò appunto a dispertitis vicis. Il diverso significato della parola vicatim debbe dunque attingersi dal contesto, e dal modo col quale dagli scrittori è adoperata. Indi è che nei passi citati dal chiarissimo Autore delle Memorie ec. trovandosi la circostanza manifesta che ivi s’intende di rife-