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facciamo ricorso. Stando alla testimonianza degli scritti monumenti etruschi, due sole lettere si rassomigliano alla nostra per la figura, se non sempre per la posizione, cioè la e la che sono la L e la P La prima, dice il chiarissimo Lanzi (l. c. p• 120) talora è ambigua o per la forma o per la posizione, onde può confondersi con la e con la .

Se dunque prendasi per la lettera L, fatta attenzione al luogo dove queste medaglie furono ritrovale, due sarebbero le città, le quali hanno l’iniziale corrispondente: Luni e Lucca.

Si è preteso dagli antiquarj che avesse Luni la sua zecca. Il principale argomento l’hanno preso da una medaglia riferita dal Passeri (Paralip. Dempst Tav. V. N. I.) Dal Guarnacci (Orig. Ital. T. 2. Tav. XII. N.8) Dal Lanzi (Saggio ec. T. 2. Tav. I. N. 10) nel diritto della quale è pure una testa senile barbata e co’ capelli cinti di nastro. Ma sospettò l’Eckhel che la parola Luna, la quale vi si legge sia il residuo di Pupluna (Populonia); cosa non difficile ad essere avvenuta per la consunzione del metallo. Questo sospetto è pure caduto in mente al chiarissimo Sig. Sestini. Il non trovarsi nessun’altra moneta certa di Luni avvalora l’opinione di questi due sommi numismatici. Il Guarnacci credette di possedere due altre monete di Luni, ma non ne avevano scritto il nome; e perciò è da credersi che appartenessero piuttosto alla ricchissima zecca di Populonia, a cui non disconvengono le impronte che egli ne addita. Nelle Novelle Letterarie di Firenze N. XVII. 26 Aprile 1764 si legge un’articolo di lettera scritta dal Sig. Canonico Alberto Poch di Sarzana ai 24 Marzo del 1765 dove egli afferma essergli stata mostrata dal celebre eruditissimo Monsignor Mario Guarnacci una Moneta di Luni molto bene conservata con l’iscrizione in caratteri etruschi, la quale dice LUNI da me veduta ec. È da notarsi peraltro che questa moneta con l’iscrizione Luna non dice il Guarnacci d’averla mai posseduta, e si riporta unicamente al Passeri nel luogo citato. Quelle che egli credeva di possedere non aveva-