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pella Pontificia di questa Metropolitana, a cui e le chiavi della Città, e più il cuore de’ Cittadini più volte fu offerto in umilissimo dono.
Non posso esprimervi con qual giubbilo, e con qual tenerezza di cuore fusse da tutti ricevuto un tal decreto, e perciò restarono spianate agevolmente tutte le difficoltà, e dato luogo a tutte l’osservanze Statutarie, giacchè per la riverenza di tale Immagine si prescrive dallo Statuto una più distinta, ed ossequiosa formalità.
Si venne dunque a questa Processione, che riuscì singolare pel concorso numerosissimo de’ Popoli, particolarmente di questo Stato; ma più singolare per le lagrime spremute dal cuore di tutti, le quali fecero strada ad una gara pietosa d’elemosine, colle quali volle e la Città, e lo Stato contestare il rispetto, e la fede, che avevasi comunemente, che questa nostra gran Signora, e Madre fusse per placare il suo dolcissimo Figliuolo, e nostro Clementissimo Padre. Gradì Ella sommamente questo ricorso, questo rispetto, e fede; e Lei fu, che toccando con seria compunzione il cuore di tutti, mosse ciascuno a prosciogliere la propria coscienza da ogni colpa per accendere più vive le speranze delle Divine Misericordie.
Ed in fatti il dì 12. Maggio conobbemo manifestamente, che la Santissima Vergine non scordatasi d’essere nostra tenerissima Madre, placato avea il suo dolcissimo Figliuolo, mentre questo ci spedì dal Cielo una pioggia così salutare, e feconda, che suscitando dal seno della terra, renduta già dall’aridore non men dura, che un sasso, i semi già consegnatili, e creduti universalmente corrosi, gli rendette a suo tempo abbondanti.