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rono accesi quasi in un momento, attesa la somma vigilanza del Sig. Cavaliere Anibale Agazzari, il quale tutto giorno indefesso a cavallo soprintendeva co’ Signori Cavaliere Alfonso Marsilj, e Galgano Lucarini al buon regolamento della loro savia disposizione. Questi dunque raccomandarono la cura di accendere all’Arte de’ Muratori, a ciascheduno de’ quali fu assegnata la distanza da una Colonna all’altra, e questi, tenendo il tutto in pronto, illuminarono in un subito, come dissi, l’ornato della Piazza, ed al loro esempio fecero il medesimo le altre Case de’ Particolari, che le fanno corona.

So bene, che vi ricorderete ancora della bella Fonte Gaja di Piazza. Sappiate dunque, che sopra i murelli di questa fu posta una finta Balaustrata di marmi con quattro altre Statue rappresentanti le quattro Virtù Cardinali, che risiedono, come in suo trono, nella bell’Anima di S. A. R. Le Lupe avvezze a dissetare con acqua il Popolo, quella sera gettarono Vino sino alle tre ore, ed i buoni ordini, co’ quali fu saviamente provveduto, tennero lontano ogni disordine, e sconcerto per altro familiare nelle gran Feste, particolarmente quando per pubblica allegrezza vi s’interessa il Vino.

Oltre l’accennate Torce e pubbliche, e particolari, che prevennero la venuta della Serenissima Signora, fu arricchito quel luminoso Teatro con 260. Torce delle Contrade, e perciò immaginatevi quanto fosse mai vistoso, e dilettevole. Vi comparve finalmente S. A. R. della Serenissima nostra Signora preceduta da quella luminosissima Vanguardia di Torce portate dagli Staffieri, Donzelli, e Servidori, come si disse. Allora sì, che convenne raccomandare la maraviglia al silenzio, giacchè non si poteva parlare nè pur tra gli Amici, divenu-

 
 
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