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to preventivo avviso con una vostra de’ 17. Maggio1, per vedere qual fu la cagione, che indotto vi à a scrivermi contro, e per osservare a quali argumenti vi appoggiate per impugnare quel che ne ò brevemente detto.

Il motivo che vi à stimolato a diriggermi la divisata lettera, altro non è stato, per quanto dalla medesima raccolgo, che l’aver io in dubbio messa e la vostra supposta scoperta, e la lezione dell’ultimo verso della Massacciese iscrizione, il che forse vi è dispiaciuto: ma sappiate che io servito mi sono della libertà di giudizio a tutti comume. Vana cosa è, P. S., il pretendere di mettere le pastoje al mondo erudito, spezialmente in quel che all’antica geografia si appartiene per quella difficil parte, che i siti delle già desolate e distrutte città investiga, e determina. Quello è un vasto campo di battaglia, in cui tra i critici crudelmente si è combattuto, ma la guerra non è ancor terminata, e ciascun partito pretende avere il vantaggio. A buona ragione adunque non potete meco dolervi, poiché, come ben sapete, appena un’opera à la pubblica luce sortita, che subito tante opinioni va mendicando, per quante mani è trattata, ed è lecito a chicchessia dire il suo parere, quando per altro quello si faccia col dovuto rispetto verso di chi è di contraria sentenza.


A Ciò


  1. „E perchè il detto suo erudito libro à dato moto a queste dicerie, mi sono preso l’ardire d’indirizzare a V.S. Illma la suddetta mia difesa scritta con tal rispetto del suo riveritissimo nome, che non dispero sia per rimanerne contenta“ Di questa maniera scrive il P. S. nella lettera MS.