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ma industria di accrescere quante lettere potevate nell’ultima linea, quindi in luogo di CVPRENSES faceste CVPRIENSES, e lasciando correre nella stampa MONTAN, nella correzione apposta in fine emendaste con assai diligenza MONTANI, per cosi fatta maniera corrispondere al numero delle lettere da que’ primi notate, lusingandovi che tolta via questa difficoltà di puro fatta ed oculare, non si trovasse nel resto chi ad impugnar si ponesse la vostra nuova lezione. Ma poscia vedendo essere stato peggiore il rimedio del male, stimaste sano consiglio di garantirla in qualche parte coll’uniformarla alle voci usate da Plinio, Tolomeo, e Mela, quinci nella seconda dissertazione riformaste CVPRENSES MONTAN, e perchè più non si pensasse all’I posto nel mezzo, lo faceste naufragare in quella lacuna tra le lettere R ed E, che io non so comprendere come sia all'improvviso nata per tranguggiarlo, eppure perquam nitidissime, ancor da chi avesse avuto le traveggole, vi si leggeva, e come il T di MONTAN siasi nascosto fra quelle lineole, che nell’impresso disegno appariscono. Finalmente, acciocché più non si pensasse a tante varianti lezioni, voi stesso andaste in cerca di eruditissimi approvatori della vostra pretesa scoperta, i quali al più formano il numero di altrettanti compagni di opinione, per cosi gettare a terra quel che vi lessero il Canneti, ed il Tacchi, cosa, per vero favellare, da recar non poca meraviglia a chi non è appieno del fatto informato, in veggendo le diverse parole in varj tempi ritratte dall’ultimo verso del mar-


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