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tegno autorevole per imporsi, giudicare e criticare ogni cosa, e arrivano al punto di chiamarsi pronti a piegare dinanzi alla infallibilità, ma non all’obbedienza.

Che se si volessero argomenti a provare che cotali pel logico svolgimento dei loro principî si sono fatti esplicitamente ribelli all’autorità della Chiesa, lo dimostra quanto asseriscono nei loro convegni dichiarandosi indipendenti, quanto pubblicano sui loro giornali e periodici propugnando la loro opera e giustificando la loro condotta; quando finalmente alle solenni proibizioni di venerandi Prelati rispondono o coll’asserire che tali proibizioni non riguardano la loro società e le loro persone, o col proclamare, che il Papa ed i Vescovi hanno sì il diritto di giudicare delle cose spettanti alla fede ed alla morale, ma non quello di dirigere l’azione sociale; e quindi essi si tengono liberi di progredire nel loro lavoro.

Ci duole poi nell’animo di sapere ascritti a questa Democrazia autonoma tanti poveri giovani, che davano le migliori speranze, ai quali vorremmo dire col più compassionevole affetto: Guardatevi, perchè siete tratti in inganno da chi vi circuisce colle lusinghe, vi assorda coi discorsi e non si fa scrupolo di condurvi per una via, che vi porta a rovina.

E non possiamo fare a meno di manifestare il Nostro immenso rammarico leggendo Giornali e Periodici, che pur dicendosi cattolici, non solo censurano i forti richiami dei Vescovi, che giustamente condannano i democratici auto-