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iv. pompeo in egitto | 67 |
Cesare attende, e sol di sangue e stragi,
di vendetta e di guerra è sol bramoso.
Che pensi o prence? Ah! degli egizi ognuno
350supplice e mesto a te le mani stende.
Qual nella guerra aver possiam salute?
Pace brama ciascun, pace ti chiede
per bocca mia tutto l'Egitto: ah! il tuo
popolo deh! consola, o re...
Tolomeo.
T'accheta,
355non sedurre il mio cuor; lo speri invano.
Pace Alessandria non avrà; si avanzi
il crudele oppressor; la reggia, il trono
atterri, incenerisca, arda, distrugga;
si pugnerà: vinca Alessandria o cada
360vittima infausta del roman tiranno.
Che, se pur anco all'empio duce in faccia
fugga l'infido stuolo, e insegne ed armi
in preda lasci alle nemiche squadre,
sol me vedrà la turba ostile al suo
365insano empio furor far fronte immoto,
me sol pugnar, me sol cadere estinto
del fier tiranno appiè. La fede è questa,
che al vinto duce io serbo; il vegga il mondo,
Cesare il vegga, e l'egizian valore
370egli apprenda a temer. No, che Pompeo
deluso non sarà; di sue sventure
non teme Tolomeo l'odiato aspetto.
Tu vanne intanto, e noti a ognun procura
rendere i sensi miei. Vinca l'Egitto,
375o con Pompeo soccomba: invan sedurmi
spera ciascuno, il mio volere è questo.
Fine dell'atto primo.