Pagina:Leopardi - Puerili e abbozzi vari, Laterza, 1924.djvu/72

66 i. puerili

Forse non vana la mia speme un giorno
veder potrò, forse di morte in braccio
320l'odiato regrvator... Basti, se il fato
con lieto aspetto a' miei disegni arride,
vedrà l'Egitto un di quanto di un regno
di Teodoto in cuor possa il desio.


SCENA SETTIMA

Tolomeo e detto.


Teodoto.


Signor, ver' queste mura armate schiere
325volgono i passi; il vincitor romano,
lor duce e guida, ornai tra brevi istanti
assalirci vedrai; signor d'Egitto,
d’Alessandria tiranno, il forte, il prode
Cesare or or sarà; trema ciascuno
330all'appressar delle nemiche squadre:
inabile ai ripari, ognun si asconde
sotto il paterno tetto e al petto stringe
l'amico, il genitore, il figlio amato;
misero! e teme ad ogni istante il fiero
335duce roman mirarsi appresso, il crudo
barbaro acciar de' suoi più cari in seno
veder paventa immerso, e mille morti
prova ad un punto sol. Confuso, errante
ciascun si aggira, né sa ben se corra
340in braccio a morte o se fuggirla ei tenti.
Solo fra tanto orror tranquillo, immoto
vedi il fiero Pompeo, de' nostri mali
abborrita cagion. Nulla ei paventa
il nemico vicin; di tanto lutto
345nulla il commuove la funesta immago.
Imperturbato, con feroce aspetto,