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iv. pompeo in egitto 63

i nemici non temo, io più di loro
temo il vostro timor. Lieve tempesta
230al nocchier che dispera è ognor fatale.
Dunque dovrà Pompeo veder tremanti
a Cesare d'innanzi i fidi suoi?
Ah! tolga il ciel tanta viltade: Io volo
tutto a dispor per la difesa; in breve
235Alessandria vedrai sicura ovunque
de' nemici schernir lo sdegno e l'ira.
Tu con speme miglior l'alma conforta;
desta gli spirti ornai; che sei rammenta
del fier Pompeo guerrier, seguace, amico.


Parte.


SCENA QUINTA

Teofane e Teodoto.


Teofane.


240Oimè! che udii? Dunque Pompeo disegna
d'opporsi armato all'inimico stuolo,
e del trionfo ancor nutre speranza?
Folle speranza! Ah, ch'ella, sol di stragi
causa sarà, sol di ruine, e solo
245di spavento e terror; folle è colui
che contro il fato a cozzar prende. E dove,
e in che sperar? Nella difesa forse
di nostre squadre indebolite e stanche
e molli ancora di sudor la fronte?
250Scorra per ogni lato, ei vegga il pianto
in ogni ciglio, in ogni cor la téma.
Qual contro lui si adira e quale il cielo
malvagio accusa, qual non parla e piange,
qual corre, e ove non sa. Come all'estreme
255fronde d’arida canna accesa fiamma