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I. PUERILI 3 Ma vedo già che alcun con faccia fresca mi oppon che tutto il vate ed il pittore può sempre ardir, sebben non ci riesca. Questa licenza io do di tutto cuore, e la richieggo ancor; ma non v’incresca di dirmi, se vi par, che uno scrittore possa a suo piacimento unire all’uopo la mosca al ragno ed alla gatta il topo. 4 Gonfio come un pallone, opra ingegnosa talun comincia, e spesso avvien che appunti ad una tela lacerata e rósa di porpora uno straccio; unti e bisunti gli alberi descrivendo, e la famosa di Cuccagna cittade, e insiem congiunti di latte e di butirro i sacri fonti, di cacio i boschi e di frittate i monti. 5 Forse un cipresso ancor coi bei colori tu dipinger saprai; ma ciò che vale, se qui non era il loco suo? Gli orrori se del mar tu ritraggi al naturale, e fra questi colui che i suoi tesori t’apri perché il pingessi, uno stivale non ti dirà, vedendo egli sott’occhio nuotar l’immagin sua come un ranocchio? 6 Un orciuol cominciò con presto giro veloce ruota; eh, che mai dir dovrei se, mentre attento un tal lavor rimiro, n’escisse un orinai? Tutto tu dèi semplicemente espor: penso e sospiro onde scoprire il ben ; se i versi miei brevemente talor scriver procuro, mi si fa notte e batto il capo al muro.