Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
III. DA ORAZIO Abbi qui fra di noi lungo soggiorno, né mai aura leggier t’inalzi a volo, né nostre colpe affrettino il ritorno all’alto polo. Qui d'alloro immortai cingi la chioma, piacciati d’esser detto e prence e padre; non lasciar che de’medi inulte in Roma vadan le squadre. 2 A TALIARCO (libro I, ode Vili). Vedi che il gelido Soratte è candido di neve rigida, e i boschi piegano dal gel che a’ fiumi l’onda rattien tra sponda e sponda. Il freddo scaccia, ponendo provvido la legna ad ardere, e non ti spiaccia grato versar il vino dal vaso tuo sabino. Del resto lascia la cura ai vigili numi che acchetano i venti e i turbini; né più vedrai d’intorno crollar cipresso od orno. Di cercar lascia qual sia per essere il doman ; godi quanto concédeti il fato buono o rio, e non disprezzar Dio. Finché discostasi da te vecchiaia, in lotta esercita le membra giovani e cogli amici intorno godi festoso il giorno.