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DA ORAZIO A CESARE AUGUSTO (libro I, ode II). Assai di neve e grandin ruinosa Giove versò sulla città latina, e i tempii colla destra imperiosa mandò in ruina. Afflitte e tinte di pallor le genti temèr che il secol triste risorgesse di Pirra, che doleasi de’ portenti che morte impresse : allorché il numeroso de’ delfini stuolo condusse Proteo a pascolare e costrinse sugli alti gioghi alpini esso ad andare; i pesci si posar degli olmi in cima, e le damme sull’onde procellose, contrario a quel che far soleano in prima, nuotàr paurose.