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260 ii - versi frammenti e abbozzi


Io non so se tu ami le lodi o le bestemmie, ecc. Tua lode sani il pianto, testimonio del nostro patire. Pianto da me per certo tu non avrai : ben mille volte dal mio labbro il tuo nome maledetto sarà, ecc.

Ma io non mi rassegnerò, ecc.

Se mai grazia fu chiesta ad Arimane, ecc., concedimi ch'io non passi il settimo lustro. Io sono stato, vivendo, il tuo maggior predicatore, ecc., l'apostolo della tua religione. Ricompensami. Non ti chiedo nessuno di quello che il mondo chiama beni: ti chiedo quello che è creduto il massimo de' mali, la morte. (Non ti chiedo ricchezze, ecc., non amore, sola causa degna di vivere, ecc.). Non posso, non posso più della vita.


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EPIGRAMMA

(agosto 1836)


     Oh sfortunata sempre
Italia, poi che Costantin lo scettro
tolse alla patria ed alla Grecia il diede!
Suddita, serva, incatenata il piede
5fosti d'allor. Mille ruine e scempi
soffristi; in odio universale e scorno
cresci di giorno in giorno,
tal che quasi è posposto
l’Italiano al Giudeo.
10Or con pallida guancia
stai la peste aspettando. Alfine è scelto,
a farti nota in Francia,
Niccolò Tommaseo.