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iv - abbozzi e frammenti | 243 |
Tu sapevi già tutto ab eterno, ma permetti alla immaginazione umana che noi ti consideriamo come più intimo testimone delle nostre miserie. Tu hai provata questa vita nostra, tu ne hai assaporato il nulla, tu hai sentito il dolore e l’infelicità dell'esser nostro, ecc.
Pietà di tanti affanni, pietà di questa povera creatura tua, pietà dell'uomo infelicissimo, di quello che hai veduto, pietà del genere tuo, poiché hai voluto avere comune la stirpe con noi, esser uomo anche tu.
Ora vo da speme a speme tutto il giorno errando, e mi scordo di te, benché sempre deluso, ecc.
Tempo verrà ch’io, non restandomi altra luce di speranza, altro stato a cui ricorrere, porrò tutta la mia speranza nella morte, e allora ricorrerò a te, ecc. Abbi allora misericordia, ecc.
Inno ai solitari.
Dal parlare di san Benedetto da Filadelfia si potrà scendere alla schiavitù dei negri, alla pazza opinione che derivassero da Cam, ecc., ed alla loro emancipazione moderna.
Nell'Inno ai solitari, degli ordini religiosi, delle certose, ecc., della vita monastica, degli antichi grandi monasteri, ecc.
Inno ai martiri.
A santa Cecilia, cultrice e protettrice delle belle arti, della musica, della poesia. Fratellanza di queste coll'eroismo, che la spinse al martirio. Invocazione a lei come specialmente protettrice de' cantori, ecc.
Nell'Inno agli apostoli si potrà parlare dei missionari, di san Francesco Saverio, delle missioni all'America.
A Maria.
È vero che siamo tutti malvagi, ma non ne godiamo; siamo tanto infelici! È vero che questa vita e questi mali son brevi e nulli; ma noi pure siamo piccoli, e ci riescono lunghissimi e insopportabili.
Tu, che sei già grande e sicura, abbi pietà di tante miserie.