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PARTE SECONDA UN CACCIATORE Io sento urlar i lupi, e, s’io non fallo, non dènno esser da lungi. Andiam più ratti e in più silenzio che si possa. Or bada quanto più sai, che ne l’andar non faccia crosciar le foglie e i rami: io vo’ vedere di córgli a l’improvviso in questo scuro: ma tu cheta quel can, che non abbai. Certo la luna è sotto, e, quant’io veggio, poco tempo n’avanza, ed è ben presso al giorno. UN ALTRO CACCIATORE Aspetta un poco, ei non s’arriva da questo colle a discoprire un tratto de l’orizzonte. Io vo’ cercar di quelle due piante che dan loco infra’ due tronchi. Stimo che sien colà dove ’1 sentiero mette un barlume: io non ho preso abbaglio: già la marina è chiara, e la diana è già levata. IL PRIMO CACCIATORE Orsù! non ci conviene punto indugiar, ché starà poco il sole. Prendiam la via che mena al pecorile qui presso, ove dintorno han per costume i lupi tutta notte andar vagando, e quest’uria ch’io sento anco mi pare