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16 | i. puerili |
stupida resta e rimirar non osa
de’ vincitori suoi l’ombra nemiche.
135D’ogn’intorno volgea lo sguardo intanto
l’attonito Damon, quando ad un tratto
mira nel mezzo a le vittrici larve
su d’alto soglio, fra le verdi fronde
di trionfale allòr, fra il mirto altèro
140il fido Tirsi assiso; intorno ad esso,
cinta la chioma d’olezzanti fiori,
vede seder de le virtudi amiche
il venerato stuol; tutto ad un tratto
ammirato s’arresta: indi, rompendo
145il tacito silenzio: — Ah! vieni — esclama
— vieni al mio sen, diletto amico; alfine
rimirarti poss’io; l’estremo amplesso
da un compagno fedel ricevi; — e tosto,
le braccia avidamente al collo stende.
150Quando ad un tratto, l’ingannoso sogno
scosse le penne e per l’eteree vie
rivolse il volo. Stupefatto, immoto,
resta a un punto il pastor fra gioia e duolo;
rivolge dubitando intorno il guardo,
155si confonde, si arresta e incerto alfine,
fisso il pensier su le sognate larve,
alla rural sen torna umii capanna.
9
MORTE DI CATONE
Già nasce il di, la rubiconda Aurora
spunta dal Gange, e col suo cocchio splendido
gli ameni colli e gli alti monti indora.
Al vivido fulgor lucido e vago
5il fatidico canto odesi sciogliere,
l’ali battendo il lieto augel presago,