Pagina:Leopardi - Puerili e abbozzi vari, Laterza, 1924.djvu/207


ii. abbozzi e prime stesure 201

IV

CANZONI

(1819-20)


1

A UNA FANCIULLA


Deh, non sii tanto di tua bella faccia Avara, o fanciulla mia, ecc. Passo e ripasso avanti la porta della tua casa, ove solevi stare, e non ti trovo mai ecc. Oh perché? certo non sai ch'io ti ci desidero, ecc. Tu sei ancora innocente, oh cara, ecc. Lo sarai sempre? Ahi ahi! ch'io non lo credo, ecc. Oimè! tanta beltà diverrà colpevole e trista per lo scellerato mondo, mentre ora nella giovinezza è cosi candida, ecc. Oh padre padre (a Dio), salvala, ecc. ch'è tua fattura, ecc. Aimè! tu non ti curi di me, né sai niente, né io te ne dirò mai niente. Oh! se vedessi ecc. che core è il mio. È un core raro, o mia cara, ardente, ecc. Non temer di me. Oh! se sapessi come ti rispetto ecc. Dimmi se sei virtuosa, benefica, compassionevole, innocente. Ah! se sei, lasciami ch'io mi ti prostri, santa cosa, a baciarti la punta de' calzari. Esortazione alla virtù per cagione della sua bellezza.


2

PER UNA DONNA

malata di malattia lunga e mortale

(1819)


Io sapeva bene che beltà non vale, ecc. né giovinezza contro la morte; ma, ogni volta che ne vedo una prova, non me ne do pace, ecc. Ora dunque tocca a te? ecc. Poverella, poverella, oh Dio! consólati; non morrai, non è possibile, morrei anch'io, ecc. Tanto bella, tanto candida e buona, tanto giovane, ha da morire?