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192 | ii. versi frammenti e abbozzi |
mi sono agitato, ecc., fuorché per la morte che mi minacciava, ecc. Oh! che fai? Pur sei grande, ecc. ecc. ecc. Sento gli urti tuoi, ecc. Non so che vogli; che mi spingi a cantare, a fare, né so che, ecc. Che aspetti? Passerà la gioventù e il bollore, ecc. Misero! ecc. E come piacerò a te senza grandi fatti? ecc. ecc. ecc. O patria, o patria mia, ecc. che farò? Non posso spargere il sangue per te che non esisti più, ecc. ecc. ecc. Che farò di grande? Come piacerò a te? In che opera, per chi, per qual patria spanderò i sudori, i dolori, il sangue mio?
3
D'UN'ALTRA
Non sai ch'io t'amo, ecc. O campi, o fiori, ecc. ecc. Ma non importa, ecc. Mi basta di soffrire per te. Non ti sognasti mai, non desiderasti, non pensasti d’essere amata, ecc. Non merito che tu m'ami, ecc. Mi basta il mio dolore, la purità de' miei pensieri, l'ardore, la infelicità dell’amor mio. Non te lo manifesto per non gittar sospetti in te, che non crederesti pienamente alla purità, ecc. Nato al pianto, mi contento anche in questo amore d'essere infelicissimo.
4
Io giuro al ciel che rivedrò la mia
donna lontana, ond' il mio cor non tace
ancor posando, e palpitar desia.
Giuro che perderò questa mia pace
un'altra volta, poi ch' il pianger solo
per lei tuttora e ’l sospirar mi piace.
5
Elegia di un innamorato in mezzo a una tempesta, che si getta in mezzo ai venti e prende piacere dei pericoli che gli crea il temporale, ed egli stesso, errando per burroni, ecc. E infine, rimettendosi la calma e spuntando il sole e tornando gli uccelli al