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180 | ii. versi frammenti e abbozzi |
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LETTA LA VITA DI VITTORIO ALFIERI
scritta da esso
In chiuder la tua storia, ansante il petto,
— vedrò — dissi — il tuo marmo, Alfieri mio,
vedrò la parte aprica e il dolce tetto
onde dicesti a questa terra addio. —
Cosi dissi inaccorto. E forse ch'io
pria sarò steso in sul funereo letto,
e de Tossa nel flebile ricetto
prima infinito adombrerammi obblio:
misero quadrilustre. E tu nemica
la sorte avesti pur: ma ti rimbomba
fama che cresce e un di fia detta antica.
Di me non suonerà l'eterna tromba;
starommi ignoto e non avrò chi dica:
— a piangere i'verrò su la tua tomba. —
Primo sonetto, composto tutto la notte avanti il 27 novembre 1817, stando in letto, prima di addormentarmi, avendo poche ore avanti finito di leggere la Vita dell'Alfieri, e pochi minuti prima, stando pure in letto, biasimata la mia facilità di rimare, e detto fra me che dalla mia penna non uscirebbe mai sonetto; venutomi poi veramente prima il desiderio e proponimento di visitare il sepolcro e la casa dell'Alfieri, e dopo il pensiero che probabilmente non potrei. Scritto ai 29 di novembre.