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ix. agl'italiani 165

delle nazioni, giura di non deporre le armi finché non abbia annientato il vostro potere, finché non abbia schiacciata l'idra antica, e ingiuriosa all'uman genere, della tirannia. Italiani, fratelli, compatriotti generosi e nobili, in questa guerra sacra, in cui tutta la cristianità si arma per la difesa dei suoi legittimi diritti, rimarrem noi spettatori neghittosi e tranquilli? No, non ci abbandoniamo per anco ad un riposo prematuro, che potrebbe esser pernicioso. Non aspettiamo di rallegrarci della caduta del tiranno e di esclamare contro la tirannia dopo che ella è distrutta1. Lanciamoci con ardore in mezzo alle falangi nemiche, combattiamo per la pace e per la felicità della patria, mostriamo a quel popolo inquieto e volubile che non senza rischio si provoca l'ira dell'Europa e si risveglia con tirannici trattamenti lo spirito addormentato delle nazioni. Benché governati da capi diversi, noi siamo animati da uno stesso entusiasmo; una è la causa che abbiamo a difendere. L'Europa, divisa in tante nazioni e in tante lingue, marcia ora sotto le stesse bandiere. Niuno de' nostri principi ricuserà di aver parte alla gloria di aver liberata l'Europa e la nazione dal dispotismo che le minaccia. La Francia e l'Italia, disse non ha guari un francese, dovrebbono rinunciare per sempre l'una all'altra2. Ancora un momento, francesi, e i vostri desidèri saranno adempiti. Noi verremo fra voi colla spada alla mano, noi combatteremo finché non avremo assicurato un riposo stabile alle nostre famiglie, una pace solida alla nostra patria, e poi vi abbandoneremo per sempre. Solo coll'abbandonarvi ricupereremo quella felicità che ci avete tolta e che il nostro valore e quello dell'Europa ci avranno ridonata.

  1. «E Filostrato: — Ti ammirerei — disse — se vivo lo avessi condannato. Accusare il tiranno ancor vivente è da uomo, perseguitarlo dopo la sua morte è da tutti». Filostrato, Vite dei sofisti, libro II, Vita di Eliano.
  2. «La France et l'Italie devraient enfin se connaître et renoncer pour toujours l'une à l'autre», M. de Chateaubriand, De Bonaparte et des Bourbons.