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ix. agl'italiani 157

conosceva il possedimento dalle dissenzioni dei francesi, dalla discordia degli italiani egli attendea il dominio dell'altro.

Ma l'Italia poteva ella considerare il conseguimento della sua indipendenza come possibile? A costo dei più grandi sacrifizi, poteva ella sperare di ottenere l'intento? Taccio delle immense forze della Lega europea, interessata all’abbassamento di chi volea farsi nostra guida, una parte delle quali avrebbe mandata a vuoto ogni nostra intrapresa. Taccio della difficoltà di spogliare tante reali famiglie dei loro antichi diritti, della sicura inazione della massima parte degli italiani, del credito vacillante dell’armata che favoriva la rivoluzione. Dopo aver superate tutte le opinioni, dopo aver fatto tacere tutti i diritti, dopo avere eccitato negl'italiani un solo spirito, averli tutti riuniti sotto le stesse bandiere, averne formato un solo esercito, dopo avere respinte tutte le armate straniere al di là delle Alpi, l'Italia nulla avrebbe ottenuto. Ella avrebbe ancora avuto a combattere un insuperabile nemico, il suo preteso liberatore. Può dirsi indipendente una nazione soggetta ad un uomo, straniero di patria e d'interessi, che ha portato all'ultimo grado l'egoismo sul trono? Col prezzo di migliaia di vite, colla depauperazione de' suoi erari, coll'aver corsi immensi pericoli, coll'aver superati infiniti ostacoli, l'Italia si sarebbe comprato un tiranno, ed un tiranno ornai potente e terribile. Invano si vollero attribuire all'usurpatore dei sentimenti liberali; invano ci si volle far credere che l'Italia, dopo essersi liberata, avrebbe potuto disporre di se stessa; invano si cercò di persuaderci che, resi indipendenti dall'estero, noi lo saremmo egualmente nella elezione del capo. Avria convenuto essere affatto stranieri nelle istorie per rimaner sorpresi da frodi ornai conosciute. Misera Italia! Ella avrebbe veduto tornare un Appio Claudio senza speranza di vedere risorgere un Virginio; un Cinna senza un esercito vendicatore1; un Cesare senza un Bruto. Straniero! se tu sei assai forte per vincerci, non ti lusingare di essere assai accorto per ingannarci. Le tue

  1. Lucio Cornelio Cinna console, della fazione di Mario, fu lapidato in Ancona dal suo esercito.