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156 | i. puerili |
che nulla aveano chiesto al loro duce, né altro poteano chiedergli che la pace, d'intimar guerra universale a principi, che in niun conto aveanlo provocato! Se è lecito ad una nazione intera unanimemente congiurata di cacciar dal trono un tiranno, poteva egli, dopo aver usurpato a viva forza una parte d'Italia, farsi interprete dei sentimenti dell'altra parte, e annunziare in di lei nome ai pacifici sovrani che il loro potere dovea cessare fra poco?
Grandi travagli diretti a conseguire un grande scopo sono un nulla per un cuor generoso. Ma i danni incalcolabili di una intera nazione, i pericoli immensi di un intero popolo sono eglino da disprezzarsi? È egli un nulla il soggettare una nazione colla speranza di un bene immaginario a danni reali ed obbligarla a correre suo malgrado dei pericoli presenti in vista di un sognato vantaggio? Poteva egli ignorare che le forze preponderanti di una delle più grandi potenze dell'universo sarebbero all'istante piombate sopra l'Italia, ed avrebbono involta la nazione nella sventura dell’usurpatore, se ella fosse stata assai cieca per sostenerlo ed assai infedele per concepire dei sentimenti di ribellione? Poteva egli senza frenesia lusingarsi di appoggiare colle sue miserabili legioni gli sforzi dei ribelli italiani e di garantirli dallo sdegno di un nemico irritato e potente? Poteva egli sperare che una nazione divisa da tanti secoli d'interessi e di mire, rotti ad un tratto gli antichi legami di attaccamento che la riunivano ai suoi legittimi principi, rinunziando ad ogni impegno ed abbandonando ogni vista privata, si riunisse sotto le insegne di uno straniero, in difesa di una causa di cui non conosceva i vantaggi, per la conquista di una felicità a lei affatto nuova e per sostegno di un sovrano, di cui non avea sperimentato il governo e che tutto contribuiva a fargli riguardare come nemico? Gli orrori di una guerra civile, se la reazione del partito fedele alla giusta causa, sostenuta dalle forze straniere, fosse stata assai vigorosa, erano l'unico frutto che il liberatore d’Italia poteva attendere dalle sue cure. Ma chi dovea il suo innalzamento alla guerra civile di Francia, non potea non desiderarla in Italia. Di una parte di questa egli ri-