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132 i. puerili

libero, giacché l'umana libertà non consiste in altro che nella ignoranza in cui sono gli uomini circa la vera causa che li spinge ad operare.

— Sebbene — rispose il letterato — io non ardisca vantarmi di conoscere i pensieri de' sassi, oso dir nondimeno che cotesta pietra, se unitamente alla facoltà di pensare avesse quella eziandio di ragionare, non istenterebbe a conoscersi affatto dipendente, ed in conseguenza non libera. Ed infatti il vivo sentimento, che abbiam noi della nostra libertà, non deriva che dalla persuasione in cui siamo di potere operare in quella guisa che più ci piace, e di non agire che in virtù di una affatto libera determinazione. Noi conosciamo, per cagion di esempio, nell'eleggere di camminare, che era in nostro potere l'eleggere di riposare, e che possiamo ancor, se vogliamo, rimanere in riposo; ma ciò non conoscerebbe il sasso, né in sé ritroverebbe il potere di eleggere, e però non potrebbe non avvedersi della sua totale dipendenza. Non può dunque la vostra obiezione distruggere, anzi neppure indebolire il fortissimo argomento tratto dalla cotidiana luminosa esperienza, che tutto giorno ci mostra la nostra libertà.

— Ma cotesta esperienza — disse il giovane gentiluomo — è ella poi, qual voi dite, valevole a dimostrarci la nostra libertà? Sommi uomini ne dubitarono, ed io non posso non dubitarne con essi. Sembrami anzi che, lungi dal comprovare il libero arbitrio, essa non faccia che cancellarne l'idea nel nostro intelletto. Diamo un'occhiata ai giudizi dell’anima umana, e non potremo non avvederci della necessità in cui ella è di giudicar vera una proposizione, qualora conosca la unione del predicato con il soggetto. Osserviamo le nostre idee, e vedremo che queste vengono in noi prodotte dall'impressione che fanno gli esterni oggetti negli organi sensòri, della quale impressione ci è impossibile impedirne l'effetto. Eccovi dunque affatto privi di libertà, e per ciò che riguarda le nostre idee, e per ciò che appartiene a nostri giudizi. La verità di quanto affermai vien comprovata dalla cotidiana esperienza, la quale evidentemente di mostra che noi, allorquando conosciamo la congiunzione del