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vii. dialogo filosofico | 127 |
dimostrano; e questo è ciò che lor converrebbe dimostrare. Coloro che credono impossibile che tutti gli uomini s'ingannino non avverton che la verità del loro assioma non è bastantemente manifesta, che può esser negata o combattuta, che ha insomma bisogno di dimostrazione: finalmente il vostro argomento, tratto dal consenso di tutte le nazioni, potrà esser sufficiente ad appagare chi è già intimamente persuaso della verità del libero arbitrio, non già degli spiriti forti, pe' quali delle prove di tal fatta non hanno tutta la necessaria virtù.
— Ma l'autorità di questi spiriti forti — rispose il letterato — è forse tale da poter contrabbilanciare quella di ogni nazione? Tutti i più sapienti filosofi de' passati secoli hanno riconosciuta la libertà dell'uomo, ed un pugno di esseri insensati si avanza a contraddir loro, e pretende co' suoi miserabili argomenti convincer di errore il mondo tutto? Qual cosa più atta a dimostrare l'accecamento de libertini, di questa folle presunzione? E dovrà dunque appellarsi «secolo illuminato» quello che sprezza l'autorità di tutti i secoli anteriori? —
A queste parole un tal quale sdegno letterario videsi apparir sulla fronte, e negli occhi del giovane gentiluomo: il quale, — Ecco — disse — le conseguenze del vostro principio. L'immortale astronomo, il celebre Giovanni Keplero scopre due leggi astronomiche dimostrate con tutta la fisica evidenza, le quali lo fanno riguardare come il padre dell’astronomia: ma possibile che l'autorità di un sol uomo sia tale da bilanciare quella di tutti gli antichi filosofi, i quali o non conobbero o non ammisero coteste leggi? L'immortale Niccola Copernico, dopo mille osservazioni e ricerche, dà finalmente alla luce un sistema astronomico, il quale può dirsi l'unico che atto sia a spiegare adeguatamente i fenomeni celesti; ma possibile che l'autorità di un solo possa venir contrapposta a quella di tutti quasi gli antichi filosofi, i quali ammisero bene spesso dei sistemi affatto opposti a quello di questo astronomo? Il grande Isacco Newton, dopo assidui studi e reiterate esperienze, pubblica un Sistema di fisica, ignoto in gran parte ai secoli anteriori; sistema che solo è capace di render pago un saggio indagatore delle leggi naturali;