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v. epigrammi 107

XXXV


     D'un orator lo stile abborre Orcone,
e, frutti, dice, ei prezza sol, non fiori;
— Sappi — io rispondo — amico,
che senza fiori aver può solo un fico. —


XXXVI

In morte di Catone.


     Dopo di mille generose imprese
diessi Caton la morte, ed in tal modo
vivo per sempre il suo morir lo rese.


XXXVII

Dialogo tra il passeggero e la tortora.


Passeggero

     A che per questi boschi
spargendo a' venti vai le tue querele?

Tortora.

Ah! ch'io perdei l'amica mia fedele.

Passeggero.

Non temi, o tortorella, il cacciatore?

Tortora.

Ah! s'ei non è, m'uccide il mio dolore

.


XXXVIII


      Vòlte le vele alle remote genti,
Bavio abbandona della patria il seno:
possan or le procelle amiche e i venti
farci del suo partir giocondi appieno.