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106 i. puerili

XXXI


     Di colomba innocentissima
ha Niceste il bel costume
mentre solo a torri candide
ei rivolge le sue piume;
mio Niceste, in te giammai
innocenza simile io non bramai.


XXXII

Per la specola di Padova.


Quella che un di la strada all'ombre apria,
sotto gli adriaci auspicii
or facile alle stelle apre la via.


XXXIII


     Ecco il Vesuvio, ove beate un giorno
ombre spandea la pampinosa vite;
ecco di Bacco il placido soggiorno,
ecco le balze al nume si gradite.
     Di Venere la sede ed il diletto
albergo è questo de' scherzosi amori;
fu questo il luogo un di cotanto accetto
de' satiri giocondi ai lieti cori.
     Tutto fu preda delle fiamme, e tutto
al suol consunto e incenerito giacque;
avvolge il colle spaventevol lutto
a' numi istessi un tanto orror dispiacque.


XXXIV

Sopra le antichità delle stirpi.


     Figli d'Adam tutti noi siamo; il vomere
guidò ciascuno e il suolo apri, perfino
che stanco volle alcun la rustic' opera
abbandonar chi a sera e chi al mattino.