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102 | i. puerili |
XV
Per un canarino ad un poeta.
Ben di te stesso immago
si amabil augellin
può dirsi; egli, che sempre
la sera ed il mattin
all'aure gode spargere
delle sue voci il suon.
Di te, che, non mai stanco,
colla maestra man
tratti le corde aurate,
e al verde colle e al pian
delle tue voci armoniche
insegni a risonar.
XVI
Nel far versi, o Mopso, invero
più di me veloce sei;
pure i tuoi pria che tu mora
forse morran, mentre vivranno i miei.
Giusto è ben, né alcuno il nega,
che ciò che costa più, più duri ancora.
XVII
In un pozzo gittossi or or Narcisso,
né biasimarlo io so; forse egli volle
Clelia al fiume imitar, Curzio all'abisso.