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pompeo in egitto 29

Assaliti sarem tra queste mura.
Nulla resta a sperar, cadrem ben presto
Sotto il nemico acciar. Miseri! ah dove
Ci trasse il rio destini sconfitti, erranti
Non ci volle egli sol; di morte in braccio
Ci spinge, e vuol del nostro sangue alfine
L’empia brama saziar....
Pompeo
Vile, ti accheta.
Qual t’ingombra timor? sì presto adunque
Tu cedi alle sventure? ah non mostrarti
Dell’amicizia di un Romano indegno.
Quale insana viltà? Cesare adunque
Invincibil tu fingi? eh non rammenti
I campi di Dirrachio e il dì felice,
In cui tremar tu l’oppressor vedesti,
Fuggir gli empj ribelli, e sotto ai colpi
Delle Romane spade a terra stesi
Farsi co’ corpi estinti a’ nostri passi
Orrido inciampo? ah se non cadder franti
Di libertade i lacci, e se in quel giorno
Non dispiegar gloriose a Roma il volo
L’Aquile fide al vinto Duce in faccia,
Colpa fu del destin: nò che il valore
Non mancò ne’ Romani: e vii, tu puoi
Di Cesare temer, tu in faccia all’empie
Turbe ribelli inorridirti, e il volto
Mostrar coperto di pallor? nò ch’io
I nemici non temo, io più di loro
Temo il vostro timor, lieve tempesta
Al nocchier, che dispera è ognor fatale.
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