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un asilo presso il Rè di Egitto Tolomeo, il cui padre egli avea sommamente beneficato mandò ad avvertirlo della sua venuta1. Potino, il quale avea l’autorità di primo Ministro adunò il consiglio, nel quale fu proposto, se dovesse, o nò riceversi Pompeo. Il retorico Teodoto fu di opinione che dovesse a lui permettersi di approdare, e quindi ucciderlo per così obbligarsi Cesare, e non aver di che temere dalla parte di Pompeo. Fu seguito il suo consiglio, ed Achilla uomo di singolare audacia incaricossi della esecuzione. Prese egli seco Settimio di nascita Romano, e Salvio con altri sgherri, e postosi in una barca avvanzossi verso Pompeo il quale nel suo vascello stava attendendo la decisione del consiglio.2 Invitatolo ad approdare Pompeo inviossi verso la spiaggia, alla quale essendo giunto, nell’atto, che egli si levava appoggiandosi ad un suo liberto Settimio diedegli un colpo di spada dietro alle

  1. Ad eum (Ptolemoeum) Pompeius misit, ut pro hospitio, atque amicitia patris Alexandria reciperetur, atque illius opibus in calamitate tegeretur. (Caesar, ibidem.)
  2. His tune cognitis rebus, amici regis, quì propter aetatem eius in procuratione erant regni, sive timore adducti, ut postea praedicabant ne sollicitato exercitu regio, Pompeius Alexandriam, Aegyptumque occuparet; sive despecta eius fortuna, ut plerumque in calamitate ex amicis inimici existunt, iis, quì erant ab eo missi, palam liberaliter responderunt,