Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
86 | i - versi |
Ma tra noi l’altre tutte anco s’albergano,
per divin fato, ché la donna è ’l massimo
di tutti i mali che da Giove uscirono:
95e quei n’ha peggio ch’altramente giudica.
Perché, s’hai donna in casa, non ti credere
né sereno giammai né lieto ed ilare
tutto un giorno condur. Buon patto io reputo
se puoi la fame da’ tuoi lari escludere,
100ospite rea, che gl’immortali abborrono.
Se mai t’è data occasion di giubilo,
o che dal ciel ti venga o pur da gli uomini,
tanto adopra colei, che da contendere
trova materia. Né gli strani accogliere
105puoi volentier se alberghi questa vipera.
Piú c’ha titol di casta, e piú t’insucida;
ché men la guardi: ma si beffa e gongola
del tuo caso il vicin: ché spesso incontraci
l’altrui dannar, la propria donna estollere.
110Né ci avveggiam che tutti una medesima
sorte m’aggreva, e che la donna è ’l massimo
di tutti i mali che da Giove uscirono.
Da Giove, il qual come infrangibil vincolo
nel cinse al piè; tal che per donne a l’erebo
115molti ferendo e battagliando scesero.