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65 | i - versi |
SONETTO SECONDO
Su, scaviglia la corda. Oh ve’, gavazza
e tripudia e ballonzola e saltella:
non dé’ saper che ’l bue qui si macella:
4via, per saggio, lo tanfana e lo spazza;
via gli fruga la schiena e gli spelazza:
e’ dá nel foco giú da la padella.
Le corna gli ’mpastoia e gli ’ncappella;
8ammanna la ferriera, e to’ la mazza.
Su, Cionno, ravviluppati ’l grembiale,
gli avvalla il capo, causa la cozzata,
11e giuca de la vita e de le braccia.
Ve’, s’arrosta e s’accoscia: orsú non vale
gli appicca, Meo, sul collo una bacchiata,
14fa’ che risalti in piede, e gli t’abbraccia.
E ’l tira, e gli ricaccia
le corna abbasso, e senza discrezione
17gli accomanda la testa a l’anellone.
SONETTO TERZO
Ve’ che ’l tira, e s’indraca e schizza e ’mpazza:
dagli ’n sul capo via, che non lo svella;
su, gli acciacca la nuca e la sfracella.
4Ma ve’ che ’l maglio casca e non l’ammazza.
Oh che testa durissima, oh che razza
Di bestia! i’ vo’ morir s’ha le cervella.
Ma gli trarrò le corna e le budella
8s’avesse la barbuta e la corazza.
Leva ’l maglio, Citrullo, un’altra fiata,
e glien’assesta un’altra badiale,
11e l’anima gli sbarbica e gli slaccia.