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CANTO PRIMO

     Era morta la lampa in occidente,
e queto ’l fumo sopra i tetti e queta
de’ cani era la voce e de la gente:
     quand’i’, volto a cercare eccelsa meta,
5mi ritrova’ in mezzo a una gran landa,
bella, che vinto è ’ngegno di poeta.
     Spandeva suo chiaror per ogni banda
la sorella del sole, e fea d’argento
gli arbori che a quel loco eran ghirlanda.
     10I rami folti gían cantando al vento,
e ’l mesto rosignol che sempre piagne
diceva tra le frasche suo lamento.
     Chiaro apparian da lungi le montagne,
e ’l suon d’un ruscelletto che correa
15empiea il ciel di dolcezza e le campagne.
     Fiorita tutta la piaggia ridea,
e un’ombra vaga nella valle bruna
giú d’una collinetta discendea.
     Sprezzando ira di gente e di fortuna,
20pel muto calle i’ gía da me diviso,
cui vestía ’l lume della bianca luna.
     Quella vaghezza rimirando fiso,
sentía l’auretta che gli odori spande,
mollissima passarmi sopra ’l viso.
     25Se lieto i’ fossi è van che tu dimande.
Grand’era ’l ben ch’aveva, ed era ’l bene
onde speme nutría di quel piú grande.