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inno a nettuno 23


Verso 121. — «E Polifemo a nume ugual». — Può vedersi piú sopra la nota seconda al verso 111.

Verso 124. — «Polifemo de l’occhio il saggio Ulisse In Trinacria fe’ cieco». — Omero, Odissea, libro IX.

Verso 125 sgg.

Eumolpo spense
in Attica Eretteo; ma ben vendetta
tu ne prendesti, o Scoti-terra, e morto
lui con un colpo del tridente, al suolo
la casa ne gettasti.

Igino, Favola 46, narra la cosa un po’ altramente. Ecco le sue parole: «Eumolpus Neptuni filius, Athenas venit oppugnaturus, quod patris sui terram Atticam fuisse diceret. Is victus cum exercitu, cum esset ab Atheniensibus interfectus, Neptunus, ne filii sui morte Erechteus laetaretur, expostulavit ut eius filia Neptuno immolaretur. Itaque Orithyia filia cum esset immolata, ceterae, fide data, se ipsae interfecerunt: ipse Erechteus, Neptuni rogatu, fulmine est ictus». — Euripide però nello Ione è d’accordo col nostro poeta. Dice Creusa di Eretteo suo padre:

Πληγαὶ τριαίνης ποντίου σφ’ ἀπώλεσαν

. . . . . . . . . . Da’ colpi
del marino tridente egli fu morto.

Apollodoro non designa il genere di morte onde perí Eretteo, ma dice, come l'autore di quest’inno, che Nettuno rovinò anche la sua casa.

Verso 129. — «...E Marte istesso Impunemente non t’uccise il figlio Alirrozio leggiadro». — Pausania, libro I: Ἔστι δὲ ἐν αὐτῷ κρήνη παρ ’ ᾗ λέγουσι Ποσειδῶνος παῖδα Ἀλιῤῥότιον, θυγατέρα Ἄρεως Ἀλκίππην αὶσχύναντα, ἀποθανεῖν ὐπὸ Ἄρεως. «Quivi ha una fonte, presso cui dicono che Marte uccidesse Alirrozio figlio di Nettuno, il quale avea violata la sua figlia Alcippe».

Verso 131. — «...i numi tutti Lui concordi dannâr». — Aristide, Orazione panatenaica: Λαγχάνει Ποσειδῶν Ἄρει δίκην