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canto settimo 193

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     Ben quivi discernean Dedalo e il conte
queste forme che al sol non avean viste,
bench’alle spalle, ai fianchi ed alla fronte
sempre al lor volo assai ne fûr commiste,
che d’ogni valle, o poggio, o selva, o fonte,
van per l’alto ad ogni ora anime triste,
verso quel loco che l’eterna sorte
lor seggio destinò dopo la morte.
49
     Ma come solamente all’aure oscure
del suo fuoco la lucciola si tinge,
e spariscono al sol quelle figure
che la lanterna magica dipinge,
cosí le menti assottigliate e pure
di quel vel che vivendo le costringe
sparir naturalmente al troppo lume,
né parer che nell’ombra han per costume.
50
     E di qui forse avvien che le sepolte
genti di notte comparir son use,
e che dal giorno, fuor che rade volte,
soglion le visioni essere escluse.
Vuole alcun che le umane alme disciolte
in un di questi inferni anco sian chiuse,
posto lá come gli altri in quella sede
che la grandezza in ordine richiede.
51
     E che Virgilio e tutti quei che diêro
all’uman seme un erebo in disparte
favoleggiasser seguitando Omero
e lo stil proprio de’ poeti e l’arte,
essendo del mortal genere in vero
piú feconda che l’uom la maggior parte.
Io di questo per me non mi frammetto:
però l’istoria a seguitar m’affretto.