Pagina:Leopardi - Paralipomeni della Batracomiomachia, Laterza, 1921.djvu/196

186 ii - paralipomeni della batracomiomachia

20
     Strana questa in principio e fera impresa
al conte e piena di terror parea.
Non avean fatta simile discesa
Orfeo, Teseo, la Psiche, Ercole, Enea,
che vantâr poscia, e forse l’arte appresa
da topi o talpe alcun di loro avea.
Dedalo l’ammoní che dênno i forti
poco temere i vivi e nulla i morti.
21
     E inanimito ed all’impresa indotto
avendol facilmente, e confortato
d’alcun de’ cibi di che il topo è ghiotto
d’alucce armògli l’uno e l’altro lato.
Piú non so dir, l’istoria non fa motto
di quello onde l’ordigno era formato,
non degl’ingegni e non dell’artifizio
per la virtú del qual facea l’uffizio.
22
     Palesemente dimostrò l’effetto
che queste d’ali inusitate some
di quell’altre non ebbero il difetto
ond’Icaro volando al mar die’ nome;
di quelle, sia per incidenza detto,
che venner men dal caldo io non so come
poiché nell’alta region del cielo
non suole il caldo soverchiar, ma il gelo.
23
     Dedalo, io dico il nostro, ale si pose
accomodate alla statura umana:
dubitar non convien di queste cose
comeché sien di specie alquanto strana.
Udiam fra molte che l’etá nascose
la macchina vantar, del padre Rana;
e il globo aereostatico ottien fede,
non per udir, ma perocché si vede.