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canto sesto 171

8
     Rodipan mi cred’io che volentieri
precipitato i granchi avrian dal trono.
Ma trovar non potendo di leggieri
chi per sangue a regnar fosse sí buono,
spesi d’intorno a ciò molti pensieri,
parve al re vincitor dargli perdono,
e re chiamarlo senz’altro contratto,
se per dritto non era, almen per fatto.
9
     Ma con nome e color d’ambasciatore
inviògli il baron Camminatorto,
faccendier grande e gran raggiratore,
e in ogni opra di re dotto ed accorto,
che per arte e per forza ebbe valore
di prestamente far che per conforto
suo si reggesse il regno, e ramo o foglia
non si movesse in quel senza sua voglia.
10
     Chiuso per suo comando il gabinetto,
chiuse le scòle fûr che stabilito
aveva il conte, come sopra ho detto;
e d’esser ne’ caratteri erudito
fu, com’ei volle, al popolo interdetto,
se di licenza special munito
a ciò non fosse ognun: perché i re granchi
d’oppugnar l’abbiccí non fûr mai stanchi.
11
     Quindi i reami lor veracemente
fûr del mondo di sopra i regni bui.
Ed era ben ragion, che chiaramente
dovean veder che la superbia, in cui
la lor sopra ogni casa era eminente,
non altro avea che l’ignoranza altrui
dove covar: che dal disprezzo, sgombra
che fosse questa, non aveano altr’ombra.