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canto quinto 157

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     Che se pur fu da Brancaforte ingiunto
a’ tuoi di provveder d’un re novello,
non volea questo dir ch’eletto a punto
fosse il creato re questo né quello;
ma non altro dar lor se non l’assunto
che i piú capaci del real mantello
proponessero a’ piè de’ potentati,
che l’avriano a bell’agio esaminati.
9
     Or dunque, avendo alla virtú rispetto,
signor, che manifesta in te dimora,
e sopra tutto a quei che prima ho detto
pregi onde teco il gener tuo s’onora,
non della elezion sola il difetto
supplire ed emendar, ma vuole ancora
la Maestá del mio padrone un segno
darti dell’amor suo forse piú degno.
10
     Perché non pur con suo real diploma,
che valevol fia sempre ancor che tardo,
e di color che collegati ei noma,
che il daran prontamente a suo riguardo,
riponendoti il serto in sulla chioma,
legittimo fará quel ch’è bastardo,
che legittimitá, cosa volante,
vien dal cielo o vi riede in un istante:
11
     ma il poco onesto e non portabil patto
che il popolo a ricever ti costrinse,
a cui ben vede il mio signor che un atto
discorde assai dal tuo voler t’avvinse,
sconcio a dir vero e tal che quasi affatto
la maestá di questo trono estinse,
a potere annullar de’ topi in onta
compagnia t’offerisce utile e pronta.