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156 ii - paralipomeni della batracomiomachia

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     O un successore è dato a quella sede
che sia da lor concordemente eletto,
o partono essi re pieni di fede
l’orbo stato fra lor con pari affetto,
o chi prima il può far primo succede;
per lo piú chi piú forte è con effetto,
cause genealogiche allegando,
e per lo piú con l’arme autenticando.
5
     Re nòvo, di lor man pesato e scosso
dare i sudditi a sé non fûr mai visti,
né fôra assurdo al mio parer men grosso
che se qualche lavor de’ nostri artisti,
come orologio da portare indosso,
o cosa tal che per danar s’acquisti,
il compratore elegger si vedesse
che lei portare e posseder potesse.
6
     Negli scettri non han ragione o voto
i popoli nessuno o ne’ diademi,
ch’essi non fêr, ma Dio, siccome è noto.
Anzi, s’anco talvolta in casi estremi
resta il soglio deserto non che vòto
per popolari fremiti e per semi
d’ire, o per non so qual malinconia,
onde spenta riman la monarchia,
7
     al popol che di lei fu distruttore
cercan rimedio ancor l’altre corone,
e legittimo far quel mal umore
quasi e rettificar l’intenzione,
destinato da lor novo signore
dando a quel con le triste o con le buone;
né sopportan giammai che da se stesso
costituirsi un re gli sia concesso.